Biella, 96ª Adunata Nazionale degli Alpini

La storia di Giovanni, cliente Maico

Tra le migliaia di penne nere che hanno sfilato con fierezza per le vie della città, c’è anche il signor Giovanni, 78 anni, Alpino di lungo corso e oggi cliente Maico. Una vita segnata da valori profondi: patria, rispetto, fratellanza. E oggi, anche dalla voglia di continuare ad ascoltare ogni emozione

Lo abbiamo incontrato al termine della sfilata, ancora emozionato, con il viso illuminato dall’entusiasmo di chi si sente parte di qualcosa di grande. 

“L’Adunata è la mia seconda casa. Qui non servono parole: bastano gli sguardi, gli abbracci, i canti. Ma per viverla davvero, bisogna saper ascoltare.” 

Giovanni è cliente Maico da due anni. Dopo aver notato una progressiva difficoltà nel seguire le conversazioni, soprattutto in ambienti affollati, ha deciso di sottoporsi a un controllo dell’udito. E da quel momento è iniziata una nuova fase della sua vita. 

“All’inizio avevo un po’ di timore. Pensavo che mettere un apparecchio significasse ammettere una debolezza. Invece ho capito che significa scegliere di continuare a esserci. Di sentire, partecipare, vivere.” 

A Biella, con il suo apparecchio acustico, Giovanni ha potuto godersi ogni attimo. Il rullo dei tamburi, i cori spontanei, le parole sussurrate dai vecchi commilitoni, le risate dei più giovani. 

“Senza Maico non avrei sentito tutto questo. E invece ho potuto vivere ogni suono. Ogni applauso. Anche le lacrime, perché sì, si possono ascoltare anche quelle.” 

La sua testimonianza è una delle tante che ogni giorno ci ricordano quanto l’ascolto sia molto più di un senso: è un ponte con la vita, con le emozioni, con i ricordi. 

“Agli altri Alpini che magari hanno qualche difficoltà, dico: non aspettate. Fate come me. Fate un check-up. Perché non è mai troppo tardi per tornare a sentire quello che conta davvero.” 

Maico è orgogliosa di essere al fianco di Giovanni e di tanti altri Alpini che hanno scelto di continuare a camminare… ascoltando ogni passo.